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20 Gennaio
2018
MILANO FINANZA
net www.mediafond.it e l’avvio
della pagina Facebook», spiega
ancora il fondo del settore ra-
dio tv. Sopra il 5% c’è anche il
profilo Dinamico di Solidarietà
Veneto (+5,42%). «Bassa volati-
lità, una persistente situazione
di tassi bassi e crescente ottimi-
smo relativamente alla crescita
economica: questo, in sintesi, il
quadro che ha caratterizzato i
mercati finanziari nel 2017 e
che permette di spiegare i ren-
dimenti delle principali asset
class. Un clima di complessiva
fiducia, a cui hanno contribuito
senza dubbio i risultati degli ap-
puntamenti elettorali europei, il
perdurare del Qe, con la conse-
guente abbondanza di liquidità
e i tassi bassi, finiscono infat-
ti per spingere i capitali verso
forme di investimento reputa-
te più remunerative. Ne hanno
naturalmente tratto beneficio
gli asset azionari», sottolinea
Paolo Stefan direttore del fon-
do pensione dei dipendenti di
aziende della regione Veneto.
In questo scenario, il comparto
Dinamico, «nonostante una com-
ponente azionaria non elevata,
mediamente pari al 50% del
portafoglio, e la debolezza del
dollaro Usa, ha spuntato un otti-
mo rendimento. Impressionano
ancor di più i risultati nel lungo
periodo, che attraggono soprat-
tutto i giovani aderenti. Fra
questi proprio il Dinamico co-
stituisce la scelta nettamente
prevalente, tanto che qua-
si un quinto degli associati a
Solidarietà Veneto ha scelto ta-
le linea gestita da Amundi ed
Eurizon. Una percentuale molto
elevata e non così frequente nel
mondo dei fondi pensione nego-
ziali», osserva Stefan.
Sulla ridotta volatilità dei mer-
cati registrata nel 2017, Stefan
ricorda che «non si ha memoria
di periodi così lunghi di calma
piatta anche per quanto riguar-
da lo stesso comparto Dinamico,
nel quale la volatilità è reputata
una consuetudine. Di conseguen-
za si osserva, ormai da mesi, un
progressivo calo della percezio-
ne del rischio anche da parte
del piccolo risparmiatore pros-
simo alla pensione. Un fattore
indubbiamente preoccupante,
soprattutto quando si parla di
investimento previdenziale».
Dal lato opposto c’è da sottoline-
are che le linee garantite hanno
sofferto per via dell’aumento
dei rendimenti obbligazionari.
«Nelle ultime due settimane di
dicembre i mercati hanno col-
to qualche segnale di rialzo dei
tassi: i rendimenti sono risaliti e,
di riflesso, è diminuito il valore
dei titoli obbligazionari presenti
nei portafogli che ha compresso
la performance. Emerge però,
in questo contesto, il potenzia-
le offerto dalla garanzia che
caratterizza il nostro compar-
to Garantito Tfr da Cattolica
Assicurazioni: chi lo sceglie di-
spone, almeno fino a giugno
2020, di un rendimento minimo
garantito pari alla rivalutazione
netta del Tfr, che nel 2017 è stata
dell’1,74%. Si tratta di un valo-
re aggiunto che difficilmente si
trova sul mercato, se non forse a
costi molto più elevati».
Anche tra i fondi pensione aperti i
migliori prodotti del periodo sono
quelli azionari. E la loro maggior
esposizione all’equity, rispetto ai
negoziali, fa sì che le performan-
ce dei primi in classifica abbiano
superato anche il 10%. A parti-
re da Allianz Insieme Linea
Azionaria di Allianz Spa che ha
reso il 13,16%. Mentre i risultati
peggiori sono appannaggio delle
linee obbligazionarie (la peggio-
re è la Helvetia Domani Linea
Obbligazionaria con il -2,97%).
E ora la prossima frontiera dei
fondi pensione sono i Peep. un
prodotto pensionistico di tipo in-
dividuale armonizzato a livello
europeo, che si affiancherà ai
fondi pensione occupazionali e ai
prodotti previdenziali individua-
li esistenti a livello nazionale. Il
29 giugno scorso la Commissione
europea ha presentato la sua
proposta di Regolamento Ue. Il
problema è che in Italia i ren-
dimenti dei fondi pensione sono
tassati, mentre «le discipline vi-
genti in altri Paesi, tipicamente
esportatori di servizi finanzia-
ri, come Irlanda e Lussemburgo,
ma non solo, ne prevedono
l’esenzione. L’introduzione dei
Peep», spiega Mario Padula,
presidente della Covip, «può
essere l’occasione per ripen-
sare la disciplina fiscale delle
forme pensionistiche in modo
ancor più efficace a favorire lo
sviluppo del settore ovvero per
valutare la possibilità di adot-
tare un regime di esenzione dei
rendimenti per i Peep per met-
tere il nostro Paese in condizione
di esportare servizi finanzia-
ri di natura previdenziale, in
considerazione dall’esperienza
maturata dall’industria italiana
dei prodotti pensionistici indivi-
duali». (riproduzione riservata)
I RENDIMENTI DEI FONDI PENSIONE A CONFRONTO CON IL TFR
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
2008
2009
2010
2011
2013
2016
2012
2014
Gen-set 2017
2015
Fondi pensione negoziali
Fondi pensione aperti
Pip nuovi - Gestioni separate
Pip nuovi - Unit linked
Rivalutazione del Tfr
-6,3%
-14,0%
3,1%
-21,9%
2,7%
8,5%
11,3%
3,1%
14,5%
2,0%
3,0%
4,2%
3,2%
4,7%
2,6%
0,1%
-2,4%
3,2%
-5,2%
3,5%
5,4%
8,1%
3,2%
10,9%
1,7%
2,7%
2,2%
2,1%
3,6%
1,5%
8,2%
9,1%
3,3%
7,9%
2,9%
7,3%
7,5%
2,9%
6,8%
1,3%
1,8%
2,7%
(*)
1,1%
1,4%
2,7%
3,0%
2,5%
3,2%
1,2%
Fonte: Covip
(*) I dati 2017 delle gestioni separate non sono disponibili in corso d'anno
di Carlo Giuro
U
na delle applicazioni concrete del
principio di libertà competitiva tra le
forme previdenziali è la possibilità di
attivare il meccanismo della portabilità. La
normativa prevede che l’aderente a un fondo
pensione/pip possa decidere di portare l’in-
tera posizione individuale maturata ad altra
forma pensionistica decorsi due anni dalla
data di partecipazione a uno strumento pre-
videnziale (per i fondi pensione del pubblico
impiego sono necessari invece tre anni). La
portabilità deve essere garantita. Vengono
Infatti considerate inefficaci clausole che,
all’atto dell’adesione o del trasferimento,
consentano l’applicazione di voci di costo,
comunque denominate, significativamen-
te più elevate di quelle applicate nel corso
del rapporto e che possono quindi costituire
ostacolo alla portabilità. Il limite tempora-
le del biennio di adesione non si applica nel
caso di cessazione dei requisiti di partecipa-
zione. Va sottolineato come il trasferimento
porta in dote l’anzianità di iscrizione alla
previdenza complementare, utile per esem-
pio per il computo degli anni, otto, necessari
per accedere alle anticipazioni per acquisto
e ristrutturazione prima casa per sé o per
i figli, e per beneficiare al momento della
prestazione finale della tassazione ridotta.
Avviene poi in neutralità fiscale.
Dal punto di vista concreto va sottolineato
come sia stato proprio di recente elabora-
to il nuovo Modulo unico di richiesta di
trasferimento, aggiornato con la Legge con-
correnza 2017 e la Legge di bilancio per il
2018 oggetto di informale approvazione
da parte delle associazioni ed enti firmata-
ri delle linee guida sui trasferimenti (Abi,
Ania, Assofondipensione, Assogestioni,
Assoprevidenza, Mefop). In particolare, per
effetto dell’introduzione del riscatto per perdi-
ta dei requisiti di partecipazione nelle forme
pensionistiche individuali (legge concorren-
za 2017), poiché il trasferimento è sempre
un’opzione attivabile in alternativa al ri-
scatto, si è reso necessario prevedere il diritto
al trasferimento per perdita dei requisiti di
partecipazione anche nelle forme individuali,
anche prima dei due anni di partecipazione.
Non è poi più previsto il trasferimento per
chiedere la rendita quando «si è maturato
il diritto al riscatto totale nel quinquennio
precedente alla maturazione dei requisiti
di accesso alle prestazioni nel regime obbli-
gatorio di appartenenza». L’eliminazione di
questo passaggio dalle istruzioni deriva dal
fatto che in questa circostanza l’aderente non
ha più diritto a chiedere la rendita (aven-
do a disposizione solo il riscatto o la Rita) e
dunque non sussiste più il diritto al trasferi-
mento (legge bilancio per il 2018).
Ma quando pensare al trasferimento? Le
valutazioni di merito sono strettamen-
te connesse al controllo in un programma
previdenziale. L’obiettivo più ampio è quel-
lo di rispondere al se, come, quando e con
che frequenza riposizionarsi sia all’interno
della medesima forma previdenziale cui si
sia aderito che eventualmente trasferendo la
propria posizione individuale ad altro fondo
pensione/pip a condizione che siano matura-
ti i requisiti previsti dalla normativa. Il tutto
in un contesto evolutivo dinamico. Tante sono
infatti, anche in considerazione dell’orizzonte
temporale tendenzialmente di lungo perio-
do, le variabili in movimento, dal contesto di
mercato alle caratteristiche soggettive del ri-
sparmiatore (ero un lavoratore dipendente e
decido successivamente di avviare la libera
professione per esempio), alle frequenti evo-
luzioni normative.
È quindi di fondamentale importanza con-
durre un oculato monitoraggio nel durante.
I punti principali sono rappresentati dalla
verifica delle quotazioni del fondo pensio-
ne, esaminando con attenzione il rendiconto
annuale; il fine è elaborare e maturare un
proprio ragionamento sulla bontà della ge-
stione finanziaria. Il tutto filtrato però con
gli occhi della realtà finanziaria (come sono
andati i mercati in generale, in che fase del
ciclo economico ci si trova) e relativizzando il
check up su archi temporali sufficientemen-
te significativi. Un intervallo significativo
di verifica potrebbe essere rappresentato da
un orizzonte semestrale con pit stop annua-
le e la costruzione di aggregati di confronto
che coprano almeno un triennio. Occorre
però che siano stati ben metabolizzati gli
obiettivi che si intendono perseguire: trattan-
dosi di risparmio previdenziale è opportuno
aspirare a una crescita continua e costante,
minimizzando il rischio. Ulteriore profilo di
attenzione è rappresentato dalla bontà della
gestione finanziaria valutando i rendimen-
ti, da considerare comunque su un orizzonte
temporale protratto considerando il medio
lungo termine in cui si proietta la finalità di
integrazione pensionistica. Last but not least
il livello di onerosità prendendo in considera-
zione l’Isc, Indicatore sintetico dei costi. I costi
incidono infatti sul risultato finale.
L’importanza della libertà di cambiare fondo in corsa
Elsa Fornero
PREVIDENZA
Mario Padula
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