La Random Walk Theory (RWT), caso speciale delle Teorie dell'Efficienza , consente l'interpretazione oggettiva dei mercati e degli investimenti mediante l'impiego della tecnica statistica.
In termini divulgativi, la RWT considera i mercati di investimento come "dadi" che, in funzione delle proprie caratteristiche intrinseche, possono generare serie di risultati.
I risultati sono tipicamente rappresentati da performance mensili che costituiscono, nella loro sequenza, le stime dei possibili andamenti futuri.
Questa modalità di approccio può sembrare non realistica, dal momento che un sistema complesso come quello dei mercati viene paragonato ad un semplice gioco di dadi. Tuttavia è da considerare che ciò non si vuole affermare che i mercati funzionino sulla base di un meccanismo casuale. La RWT sostiene, piuttosto, che i mercati funzionano "come se" fossero governati da una legge casuale, in quanto le informazioni, che fanno variare i mercati medesimi, impattano in maniera non prevedibile e quindi casuale.
Questa teoria è rafforzata dal fenomeno della globalizzazione dei mercati in quanto l'impatto di ogni evento è potenzialmente moltiplicato dalle interconnessioni delle vicende dei singoli paesi o settori.
Messa così la questione, l'individuazione della migliore opportunità di investimento si può paragonare alla scelta del miglior set di dadi per il proprio gioco.
Un esempio servirà a chiarire l'approccio della Random Walk Theory.
Si supponga di dover scegliere tra due giochi, ognuno dei quali caratterizzato da un tipo di dado non truccato. Il primo tipo di dado riporta sulle sei facce i punteggi classici: 1,2,3,4,5,6. Il secondo tipo di dado è invece caratterizzato dai punteggi: 0,1,2,3,4,5.
Non vi sono dubbi che la scelta razionale sia quella di giocare con il primo tipo di dado. Infatti, le qualità statistiche dei dadi possono essere rappresentate dalla media dei risultati ottenibili e dalla deviazione standard (il rischio, ossia la dispersione dei risultati intorno alla propria media) dei risultati. Nel nostro caso la media dei risultati converge su 3,5 per il primo dado e 2,5 per il secondo dado, con una deviazione standard (rischio) uguale: 1,87. A parità di rischio è razionale scegliere il gioco con un maggior risultato atteso.
Si valuti un altro esempio, in cui la scelta risulta meno intuitiva. Si supponga di dover scegliere ancora tra il primo dado (sei facce con i punteggi 1,2,3,4,5,6) e un terzo dado, a dodici facce, caratterizzate dai punteggi: -2,-1,0,1,2,3,4,5,6,7,8,9.
Quale sarà la scelta? Nel caso cada sul terzo dado, è possibile pensare che il decisore sia stato attratto dalla speranza di ottenere i più alti punteggi. Questa scelta può essere definita di tipo "speculativo", consistendo nel cercare di ottenere performance significative a breve e quindi con un ridotto numero di lanci. Ed effettivamente ciò è possibile.
Ora analizziamo l'altra scelta: il primo dado. Questa scelta è propriamente una decisione di "investimento" in quanto il decisore tende a evitare il rischio, percepito "eccessivo", dei punteggi bassi e negativi del terzo dado. Questa scelta è statisticamente vincente nel caso in cui si voglia ottenere performance proporzionali a un livello di rischio controllato, in una prospettiva temporale, ossia contando di effettuare una congrua serie di lanci. Infatti il primo dado, a parità di risultato atteso con il terzo (media uguale a 3,5) presenta un rischio minore, addirittura dimezzato, misurato dalla deviazione standard (1,87 verso 3,60).
Ciò evidenzia che il risultato finale della serie di lanci del primo dado tenderà significativamente a convergere verso la propria media a confronto dei più fortunosi risultati del terzo dado, che presenteranno un'alta variabilità (naturalmente in più o in meno) intorno alla propria media.
Dunque, le scelte che si sono focalizzate sul primo dado possono essere definite razionali ed efficienti in quanto puntano a massimizzare il rapporto tra risultato statisticamente atteso e rischio assunto.
Ma oltre a dare una possibilità di interpretare le scelte di investimento la RWT offre anche la possibilità di valutare, e successivamente controllare, le possibili evoluzioni di un investimento facendo ricorso alla produzione di scenari oggettivi mediante simulazioni.
Per comprendere come, si può ricorrere ad un esempio che spiega il "Metodo Montecarlo" ossia la modalità con cui si possono ottenere simulazioni ex ante dell'investimento.
Si supponga di aver costruito un dado di 60 facce, laddove su ciascuna di esse viene riportata la performance mensile del mercato (dunque le performance degli ultimi 60 mesi). La costruzione di un singolo scenario viene realizzata lanciando il dado, per un numero di volte pari al tempo dell'investimento definito in mesi, ed annotando le performance risultanti.
La sequenza delle performance definisce appunto uno scenario statistico simulato.
Naturalmente possono essere prodotti migliaia di scenari e la valutazione complessiva di questi può dare utili indicazioni circa l'evoluzione probabilistica dell'investimento. Come dire, il futuro andamento di un singolo scenario non si può prevedere, ma la valutazione complessiva può consentire la stima del fenomeno totale.
Ad esempio, nel grafico di figura 1 sono riportati 25 scenari definiti in maniera casuale.
Figura 1
Dall'analisi è facile evidenziare che il campo di variazione delle performance, a 60 mesi, varia da -25% a + 300% (le performance rispettivamente del peggiore e del miglior scenario).
Inoltre, il semplice conteggio degli scenari, che si pongono al di sopra di una certa performance, diviso per il numero degli scenari totali, fornisce indicazioni probabilistiche oggettive circa l'acquisizione di quella performance. Così, la probabilità di ottenere, a 60 mesi, una performance maggiore di -25% equivale a 24/25 e cioè al 96%, e così via.
Proponendo lo stesso procedimento su migliaia di scenari (v. figura 2) è possibile ricavare quella che viene definita una "simulazione ex ante" dell'investimento e così stimare la performance ed il rischio.
Figura 2
Per una lettura immediata dell'insieme di migliaia di scenari, il grafico viene formalizzato in un diagramma mediante l'evoluzione di 5 tipiche curve, così come riportato nella figura 3.
Figura 3
Nella figura 3 è riportato, a titolo esemplificativo, un diagramma di evoluzione probabilistica di un investimento su un orizzonte temporale di 60 mesi.
Più in particolare, partendo da 100, la curva centrale rappresenta l'evoluzione "attesa" dell'investimento, al 50% di probabilità, in quanto presenta i valori più probabili di accadimento e sui quali l'investimento dovrebbe convergere nell'ipotesi di stazionarietà delle condizioni iniziali (le caratteristiche del "dado").
Il valore di probabilità al 50% sta ad evidenziare che la curva divide esattamente l'insieme delle simulazioni: il 50% degli scenari cade nella parte superiore e l'altro 50% cade nella parte inferiore.
Le altre curve definiscono ulteriori possibilità di evoluzione dell'investimento.
La curva intermedia inferiore rappresenta una stima prudenziale di un'evoluzione moderatamente negativa. La probabilità di conseguire almeno i valori che giacciono sulla curva è dell'84% in quanto l'84% degli scenari cade nella parte superiore e solo il 16% di essi ha realizzato valori inferiori.
Così la curva esterna inferiore descrive un'evoluzione decisamente negativa: la probabilità di conseguire almeno i valori che giacciono sulla curva è di ca. il 98% in quanto il 98% degli scenari cade nella parte superiore e solo il 2% di essi ha realizzato valori inferiori.
La medesima interpretazione va fatta delle curve con probabilità superiori al 50% che rappresentano, rispettivamente, una evoluzione moderatamente positiva, pari al 16% di probabilità, e decisamente positiva, pari al 2% delle probabilità.
Con lo stesso approccio può essere stimata qualsiasi performance ad un determinato tempo.
Naturalmente qualsiasi stima effettuata, a qualsiasi livello di probabilità, non garantisce l'acquisizione del risultato. L'imprevedibilità dei mercati finanziari non consente di definire con certezza l'evoluzione di qualsiasi investimento.
Le stime consentono "semplicemente" di valutare, consapevolmente e razionalmente, il rendimento in funzione del grado di rischio di un investimento.