Probabilmente il sistema finanziario rappresenta forse il miglior esempio di imprevedibilità.
Infatti, a differenza di altri contesti relativamente "semplici" come la meteorologia o alla struttura atomica della materia, il sistema finanziario è influenzato da una moltitudine di variabili (fisiche, politiche, economiche, sociali e psicologiche) la cui interazione può essere vista come una sintesi, addirittura, dell'intero divenire planetario.
Quale senso ha la pretesa di certezza in un simile contesto?
Si potrà pensare che, tutto sommato, l'investimento in un titolo di stato, a reddito fisso, è assolutamente certo.
Ed è proprio da questo pensiero che si può partire per dimostrare la condizione di incertezza strutturale dei mercati finanziari.
Infatti, si supponga di acquistare un BOT annuale a 97 lire, con il rimborso a 100. Il rendimento sarà pari al 3,09%.
Questa modalità di "investimento" è necessariamente incerta se consideriamo un periodo più lungo (ad esempio, 5 anni) poiché dovremo rinnovare più volte il BOT annuale ad un tasso che non conosciamo, in quanto il prezzo di acquisto dipenderà dalle condizioni del mercato monetario del momento (il cd. rischio d'interesse).
Ma l'incertezza riguarda anche ciascuna singola operazione. Infatti, sostenere che il rendimento dell'operazione sarà per il primo anno del 3,09% è una affermazione falsa in quanto il vero rendimento da considerare, come si dovrebbe sapere, non è quello nominale ma quello reale, ossia al netto dell'inflazione. Quale sarà il tasso di inflazione nei prossimi dodici mesi?
Ad esempio, se le stime statistiche portano a considerare che l'inflazione possa variare dall' 1,55% al 4%, con una tendenza centrale del 2,77%, il rendimento reale dell'operazione potrà variare dall'1,54% allo 0,91%. Naturalmente questo discorso vale anche per il "sicurissimo" BOT trimestrale.
La certezza è solo un mito che il moderno approccio scientifico ha ormai definitivamente frantumato.
La descrizione scientifica dei sistemi complessi ha evidenziato che le probabilità degli eventi non sono dovute ad una mancanza di informazioni sul sistema (ignoranza) bensì alla natura stessa dei processi che è di tipo aleatorio e quindi imprevedibili in sé.
Oltre a ciò, per i sistemi di una certa complessità vale il principio della "dipendenza sensibile alle condizioni iniziali" e cioè che piccole differenze iniziali possono provocare grandissime differenze successive. Ciò fu intuito sin dal 1903 dal matematico Poincarè che concludeva "...un piccolo errore (nelle condizioni iniziali) produce un errore enorme (nei fenomeni finali). La previsione diviene impossibile e si ha un fenomeno fortuito".
E se la previsione è impossibile per l'indeterminazione delle condizioni iniziali, cosa dire dell'impatto imprevedibile degli eventi nel corso del tempo, in un contesto sempre più globalizzato ed interdipendente?
Se i modelli statistici-probabilistici oggettivi della Random Walk Theory non consentono di prevedere con certezza l'evoluzione di un investimento, lo possono però invalidare; per cui non si può far altro che definire una evoluzione attesa e controllare che il fenomeno osservato si accordi o meno con essa. E se i risultati effettivi non confermano quelli attesi, potrà essere riconfigurato un nuovo modello sulla base di stime aggiornate.
Questa modalità di procedere, per falsificazione delle stime (così vicina al paradigma del filosofo della scienza, Karl Popper) se da una parte risulta "poco ambiziosa", dall'altra consente di raggiungere un apprezzabile risultato concreto: la gestione, consapevole e razionale, del rischio.